lunedì 12 marzo 2012

L’ARAUCARIA, l’albero dei dinosauri.

Un albero che consente anche una forma di gemellaggio tra l'alto Sannio beneventano (dove vissero i dinosauri) e il Sud America e che mostra un ottimo adattamento alla nostra zona (il Matese), specialmente in montagna.

Albero di Araucaria araucana che ad oltre 60 anni di età già mostra una certa imponenza.
Queste piante sono quasi sempre dei "Giganti della natura" per le dimensioni che raggiungono e possono vivere anche ben oltre 1.000 anni.
Anche in zone con vento forte e frequente, hanno tronchi diritti, verticali e rami simmetrici.


Le specie di Araucaria sono una ventina. Sono piante sempreverdi originarie dell'America meridionale e dell'Australia. Più esattamente sono originarie di:


Estremità di un ramo di “Araucaria araucana”
Cile

- Argentina;

-  Brasile del sud;

- Australia;

- Nuova Caledonia, che si trova ad alcuni chilometri ad Est della costa australiana ed è compresa tra il 20° parallelo sud e il Tropico del Capricorno;

- Isola di Norfolk (Norfolk Island), una piccola isola nel Pacifico, situata tra l'Australia, la Nuova Zelanda e la Nuova Caledonia;

- Isola di Nuova Guinea, che si trova a Nord dell'Australia.


Le piante di Araucaria formano un genere che appartiene alla famiglia delle Araucariaceae, che è di recente costituzione, in quanto esso era prima inglobato nella famiglia delle Pinaceae.


Tra le specie più note di Araucaria spicca sicuramente l’Araucaria araucana, detta anche Araucaria del Cile, che prende il nome dalla tribù degli Araucanos, indigeni cileni.




Altre immagini delle foglie di’“Araucaria araucana”, detta anche “Araucaria imbricata”, in quanto le sue foglie, sempreverdi e pungenti, sono sovrapposte ed embricate in modo serrato (un po’ come le tegole di un tetto)

CILE (Sud America)  -  Foresta di Araucaria araucana ai piedi della Cordigliera delle Ande.


CILE centrale - Foresta di Araucaria araucana nel Parco Nazionale di Nahuelbuta.
Il Parco occupa la parte più alta della Cordillera de Nahuelbuta ed è un vero e proprio santuario per l’Araucaria araucana, anche con esemplari risalenti a circa 2000 anni fa.

In Cile l’Araucaria araucana ha una distribuzione più ampia che in Argentina e, sulle pendici occidentali delle Ande, si trova fino a notevoli altitudini, sopportando molto bene bassissime temperature.

In Argentina l’Araucaria araucana si trova nelle foreste della Cordigliera di Neuquén, dove cresce in formazioni pure o accompagnata principalmente da “Lenga” o “Coihue”, tra i 900 ei 1.900 metri.


ARGENTINA – Parco Nazionale Lanìn, nella provincia di Neuquén, che si estende fino alla Cordigliera delle Ande, ad Ovest di “Baia Blanca”.
Il Parco fu istituito nel 1937 anche al fine di proteggere gli estesi boschi di “pehuén”, come in lingua locale viene chiamata l’Araucaria araucana.

L’Araucaria araucana è una pianta dioica, vale a dire che ci sono piante che portano solo fiori femminili e piante che portano solo fiori maschili.
I coni femminili sono tondeggianti, isolati e posti nella parte terminale dei rami.
I coni maschili sono riuniti a gruppi e anch'essi sono posti al culmine dei rami.
I coni sono spinosi e quindi non vengono mangiati dagli animali (se si fa eccezione per le capre).


Coni maschili di Araucaria araucana.

N.B.: è importante sapere che la pianta è dioica, ossia che ci sono piante che portano solo fiori maschili, come in questa foto, e piante che portano solo fiori femminili.


In primo piano: coni femminili  giunti a maturazione (o frutti) di Araucaria araucana.
I frutti giungono a maturazione e sono portati solo dalle piante con coni femminili, quando ovviamente questi vengono impollinati, e ciò accade solo se sono presenti nelle vicinanze alberi con coni maschili. Il polline, leggerissimo e pressoché invisibile, viaggia trasportato dal vento anche a centinaia di metri. 

Frutto (o cono femminile giunto a maturazione) di  Araucaria araucana; sono visibili i semi (fino a 200 per frutto) che si stanno disperdendo.

I frutti sono coni globosi, eretti, prodotti da esemplari che mediamente non hanno meno di 30 anni. Sono molto grandi, quasi come un pallone ed ognuno contiene fino a 200 semi, che vengono dispersi solo quando (in autunno) i coni, giunti a maturazione, si sfasciano. Ciò può accadere sull'albero o, più frequentemente, quando cadono sul terreno, e sono tanto pesanti che possono spezzare anche il ramo che li porta.


Per questo per le alberature stradali, nei Paesi di origine, dove le piante crescono maestose, si coltiva solo l’Araucaria araucana maschio, in quanto i coni sono di dimensioni decisamente più piccole e meno pericolosi per le persone.




I semi, commestibili. non vengono prodotti tutti gli anni, ma ad intervalli di 3-4 anni.

L’Araucaria araucanaoriginaria del Sud America, è stata introdotta intorno al 1850 in Europa, dove si è diffusa largamente come pianta ornamentale in giardini e parchi. 



PORTAMENTO
Nelle zone d'origine l’Araucaria araucana raggiunge i 30-50 m di altezza, con tronchi fino a 2,2 m di diametro, anche se la media è di circa 25 m di altezza, con tronchi di 1 m di diametro.
In Italia può arrivare al massimo ai 15-20 m; comunque si tratta di un’altezza tutt’altro che trascurabile.





Questo esemplare di Araucaria araucana, messo a dimora come pianta ornamentale in un giardino, ha coni femminili ed ha non meno di cinquanta anni di età, perché già fruttifica abbondantemente, ed è noto che questa pianta comincia a fruttificare ad un’età media non inferiore ai trenta anni.

Benché questi alberi abbiano crescita molto lenta, il loro fusto è possente, eretto.


Tronco di un albero monumentale di “Araucaria araucana” in Cile.


Le ramificazioni sono orizzontali, abbastanza ramificate; il fogliame è di colore verde scuro, rigido e spesso, appuntito e ricorda delle squame triangolari. La chioma è piramidale e tende ad allungarsi con il passare degli anni.
Questa pianta non teme il vento. Si ancora molto bene al terreno e il suo tronco è molto resistente, per cui cresce sempre con tronco perfettamente verticale e suoi rami non vengono mai danneggiati dal forte vento o dalle abbondanti nevicate.
L’Araucaria araucana nei luoghi d'origine, in alcune zone, è in via d'estinzione, per cui è protetta dalle convenzioni internazionali e in Europa possono circolare soltanto esemplari provenienti da coltivazione, e non prelevati in natura nelle zone di origine.
L’Araucaria araucana è soprannominata "Puzzle della scimmia" perché una leggenda vuole che nel 1850 un signore inglese, mentre faceva ammirare a degli amici un esemplare giovane di questa pianta di sua proprietà, uno di essi disse che "sarebbe stato difficile anche per una scimmia arrampicarsi", vedendola così articolata e con le foglie spinose e pungenti.

ESPOSIZIONE
L’Araucaria araucana è una pianta sempreverde, che non teme il freddo. In zone con estati molto calde si consiglia di porre la pianta in luogo semiombreggiato.
Prima di mettere a dimora un'araucaria è bene considerare quali siano le dimensioni finali di questo albero, che può divenire molto voluminoso, ed è quindi adatto come esemplare singolo.

ANNAFFIATURE
In genere queste piante possono sopportare periodi di siccità anche prolungati, senza alcun problema; le giovani piante appena messe a dimora vanno però annaffiate durante la stagione calda, attendendo che il terreno sia ben asciutto tra un'annaffiatura e l'altra.

TERRENO
Queste piante si sviluppano nella comune terra da giardino, preferendo il terreno profondo e soffice, molto ben drenato.
Per individuare più facilmente il terreno adatto alla pianta, che è fortemente calcifuga, occorre considerare se il terreno è favorevole allo sviluppo di almeno una di queste tre piante: noce,  ciliegio o castagno.
Essendo calcifuga, occorre evitare con cura di piantarla in terreno argilloso, perché in tale terreno si trova in difficoltà ed ha vita breve.

MOLTIPLICAZIONE
Avviene per seme, in primavera, oppure per talea; queste piante si sviluppano con grande lentezza, quindi i giovani esemplari impiegano molti anni per raggiungere una taglia adatta ad essere posti a dimora in giardino.

PARASSITI E MALATTIE
Difficilmente queste piante vengono attaccate massicciamente da parassiti o da malattie, anche se talvolta possono venire colpite dagli afidi e dalla cocciniglia; in genere piante sofferenti possono accusare i sintomi di eccessive annaffiature o di periodi di siccità molto prolungati.

Giovane pianta di “Araucaria araucana”  a monte di Fontana Frecchie, a circa 2 km da Bocca della Selva, nel Parco Regionale del Matese.


Nelle nostre zone la pianta può essere attaccata dalla peronospora (una malattia molto nota ai viticoltori) e, in tal caso, muore in pochi giorni, divenendo di colore marrone o color ruggine.

Per proteggerla, si usa irrorarla con solfato di rame (come fanno i viticoltori nella coltivazione della vite) o con altri prodotti a base di rame.

“Araucaria araucana” nel villaggio turistico montano di Bocca della Selva, a circa 1.400 m. s.l.m..

In montagna, dove la temperatura media è sensibilmente più bassa che in collina o in pianura, la pianta mostra di non aver bisogno di trattamento protettivo e cresce senza problemi. Ciò è dimostrato dal buon andamento, da parecchi anni, di diverse piante di Araucaria araucana  nell’area di Bocca della Selva, sul massiccio montagnoso del Matese.



PERCHÉ QUESTA PIANTA SUI MONTI DEL MATESE?


L’Araucaria araucana è presente nell’area del Parco Regionale del Matese da molti anni; e si tratta di una presenza sicuramente non pianificata. La pianta, infatti, essendo molto ornamentale, è stata introdotta dai privati che l’hanno acquistata in vivaio pagandola anche parecchio, dato il costo piuttosto rilevante che essa ha per ogni centimetro in altezza.
A Bocca della Selva la neve è presente per lunghi periodi, con conseguente temperatura media molto bassa, alla quale l'Araucaria araucana si trova a suo agio.

Da quando, però, vennero trasmessi per televisione i filmati sui dinosauri, ambientati nelle foreste di “Araucaria araucana” del Sud America, cominciò a nascere l’idea di una sorta di gemellaggio tra quell’ambiente sudamericano e il Parco Regionale del Matese, in cui (a Pietraroja), verso la fine del decennio 1970 – 1980, venne rinvenuto il celeberrimo “Scipionyx samniticus”, meglio noto come “Ciro”, fossile di dinosauro famoso in tutto il mondo.


Fu allora che la pianta nella zona del Parco divenne oggetto di attenzione ancora più grande da parte di appassionati. 


Fossile di cucciolo preistorico di dinosauro (“Scipionyx samniticus”, ai più noto come “Ciro”) rinvenuto verso la fine del decennio 1970 - 1980 sul Monte Civita di Pietraroja (BN), nel massiccio montagnoso del Matese. Lì l’animale preistorico visse 113 milioni di anni fa.

Apparteneva ad una specie molto simile ai temibili dinosauri carnivori denominati “velociraptor” e, come questi, anche“Ciro” apparteneva ad una specie che camminava sulle zampe posteriori ed era in grado di correre velocemente, proprio come si addice ad un abile predatore carnivoro.


“Scipionyx samniticus” è il primo dinosauro intero trovato in Italia e si tratta dell’unico dinosauro al mondo in cui siano visibili, oltre alle parti dure (ossa, denti, gusci), anche diverse parti molli, come l’intestino (con resti dell’ultimo pasto), il fegato, la trachea, gli occhi, la pelle e fasci di fibre muscolari del petto. Spiccano inoltre gli unghioni a mo’ di artigli.       


Il 10 aprile 2005 venne inaugurato a Pietraoja (BN), paesello di montagna sul Massiccio del Matese, il “Paleo-Lab” (museo - laboratorio di paleontologia), una piccola ma modernissima “cittadella della scienza”, così venne definito il “Paleo-Lab” di Pietraroja in un articolo apparso sul quotidiano “La Repubblica”.
A poche decine di metri dal modernissimo museo - laboratorio di paleontologia, nel vicino parco geopaleontologico visibile sulla destra della foto, era stato rinvenuto il celeberrimo fossile di dinosauro “Scipionyx Samniticus”, ai più noto come “Ciro”, famoso in tutto il mondo.
Pietraroja, assieme a Cusano Mutri, si trova sui primi contrafforti del Massiccio del Matese, in provincia di Benevento.



(Se si vuole osservare ancora meglio la cartina qui a lato, occorre cliccare due volte in rapida successione sulla stessa, oppure occorre cliccarvi sopra con il tasto destro del mouse e poi con il sinistro sul comando (che appare) “apri link in un’altra finestra”.
Dopodiché, con lo zoom, si può ingrandire o meno la foto che compare in una nuova finestra e si possono vedere meglio anche i dettagli.
Per tornare al “post”, basta cliccare sulla freccia di ritorno che si trova in alto a sinistra o chiudere la "nuova finestra".  È molto semplice!)





Molte piante di “Araucaria araucana” già messe a dimora vennero “osservate” e “seguite” per capirne meglio l’adattamento ai luoghi, soprattutto in termini di natura del terreno, di esposizione  e di altitudine e, quindi, di temperatura media del luogo nel corso dell’anno.


A Monte Mutria (nei pressi di Bocca della Selva) anche quando la temperatura estiva è discreta, ma succede di rado, c'è una notevole escursione termica tra il giorno e la notte.




Era già noto che la pianta fosse “calcifuga”, ma ciò ha trovato una rigorosa conferma: predilige infatti il tipo di terreno in cui prospera il noce o il castagno, mentre in terreno argilloso muore. 

A quote elevate, e quindi a temperature medie piuttosto basse, la pianta si trova meglio. Alcune piante restano sepolte o semisepolte per mesi sotto metri di neve, ma ciò non costituisce affatto un problema. Anzi c’è chi dice che il freddo intenso contribuisca a proteggere la pianta da parassiti o malattie.

Araucaria araucana di circa 40 anni a Cusano Mutri (BN)

Molte “popolazioni” di Araucaria sono ciò che resta di vaste foreste assai diffuse in epoche remote. Questi alberi colonnari, infatti, sono fossili viventi, risalenti all'inizio dell’Era Mesozoica (che iniziò 248 milioni di anni fa, e durò fino a  65 milioni di anni fa).

Reperti fossili dimostrano che il genere Araucaria esisteva anche in precedenza nell'emisfero settentrionale.


La distribuzione globale di vaste foreste di Araucaria durante il Periodo Giurassico dell’Era Mesozoica (Periodo che va da 200 milioni di anni fa a 145 milioni di anni fa) rende probabile che esse siano state la principale fonte di cibo e di energia per dinosauri sauropodi adulti. E si ritiene che il lungo collo di questi dinosauri si sia sviluppato proprio per consentire a tali animali di cibarsi del fogliame degli alberi di Araucaria, tipicamente molto alti. 


Rappresentazione schematica dell’Era Mesozoica, all’inizio della quale (circa 250 milioni di anni fa) comparvero le piante di Araucaria.



Un gran numero di tronchi di albero di Araucaria mirabilis si trovano ancora in piedi nella Foresta Pietrificata di Cerro Cuadrado, in Patagonia (Sud America).

Alcuni tronchi arrivano a misurare 3 metri e mezzo di diametro e sono stati alti almeno 100 metri quando gli alberi erano vivi.



Patagonia (ARGENTINA) – Foresta pietrificata di Cerro Quadrado - Tronco pietrificato che apparteneva ad un albero di "Araucaria mirabilis" di 50 metri di altezza.

Ancora un tronco pietrificato di "Araucaria mirabilis".



LE PRINCIPALI SPECIE DI ARAUCARIA
Come precisato all’inizio di questa pubblicazione ("post"), le specie di Araucaria sono una ventina.  
13 specie sono endemiche della Nuova Caledonia (ad Est della costa australiana). Altre specie si trovano allo stato spontaneo nell'isola di Norfolk (tra l'Australia, la Nuova Zelanda e la Nuova Caledonia), in Nuova Guinea (a Nord dell'Australia), in Argentina, in Cile e nel Brasile meridionale.
Le specie di Araucaria sono in prevalenza grandi alberi con fusto massiccio ed eretto; raggiungono un’altezza che varia tra i 30 e gli 80 metri.
Le Araucarie sono molto apprezzate sia per la loro bellezza e la loro imponenza, sia perché alcune specie sono molto importanti per la produzione di legname e per i semi commestibili, simili ai nostri pinoli, ma molto più grandi.
I grandi semi dell'Araucaria bildwillii, ordiginaria dell'Australia, sono anche consumati come cibo tra gli aborigeni australiani. 
Mentre tra gli abitanti Amerindi originari del Cile centrale e meridionale e del Sud-Ovest dell’Argentina vi sono consumatori di semi di Araucaria araucana. Si tratta del cosiddetto popolo Mapuche.  Esso considera sacro l’albero, che in dialetto locale viene chiamato “Pehuen". Per questo il popolo Mapuche viene chiamato anche "popolo del Pehuen".


Oltre alla specie che ho già trattato piuttosto diffusamente: l'Araucaria araucana, originaria del Cile centrale e dell’Argentina occidentale, le altre specie che di solito vengono elencate sono.


1     
originaria di
Sud-est del Brasile, nord Argentina.
2     
originaria di
Nuova Caledonia
3     
originaria di
Australia orientale
4     
originaria di
Nuova Caledonia
5     
originaria di
Nuova Caledonia
6     
originaria di
Australia orientale,  Nuova Guinea.
7     
originaria di
Norfolk Island
8     
originaria di
Nuova Caledonia
9     
originaria di
Nuova Guinea
10  
originaria di
Nuova Caledonia
11  
originaria di
Nuova Caledonia
12  
originaria di
Nuova Caledonia
13  
originaria di
Nuova Caledonia
14  
originaria di
Nuova Caledonia
15  
originaria di
Nuova Caledonia
16  
originaria di
Nuova Caledonia
17  
originaria di
Nuova Caledonia
18  
originaria di
Nuova Caledonia
19  
Wollemia nobilis 
originaria di
Australia (Nuovo Galles del Sud)


Tra queste riporto qui di seguito le più note.


Wollemia nobilis, originaria dell’Australia (Nuovo Galles del Sud).
Si tratta di un genere di recentissima introduzione nella famiglia delle Araucariaceae.
La Wollemia nobilis fu scoperta nel 1994 in una zona remota del Wollemi National Park (da cui il nome), nel Nuovo Galles del Sud, a 150 km a nord di Sydney, in AUSTRALIA.
All'inizio si pensò che si trattasse di una specie di pino e la notizia venne riportata in grande evidenza sul “CORRIERE DELLA SERA” con un articolo di Massimo Spampani del 14 dicembre 2003, dal titolo ”L’albero dei dinosauri cresce in Australia”.  
Però, successivamente, studi comparativi con le Araucarie l'hanno fatta classificare all'interno della famiglia delle Araucariaceae.  La Wollemia nobilis, sicuramente molto antica, è oggetto di riproduzione e diffusione perché è una pianta rara. Viene acquistata piuttosto facilmente in quanto è ornamentale.


Altra immagine della Wollemia nobilis, originaria dell’Australia (Nuovo Galles del Sud).



Esemplare di Wollemia nobilis con accanto il sottoscritto: Emidio Civitillo.
La foto fu scattata il 21 novembre 2012 nell'Orto botanico di Roma, che ha un'estensione di 12 ettari e dipende dal Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università di Roma “La Sapienza”.
L'Orto botanico di Roma è situato alle pendici del Gianicolo (zona Trastevere, alla destra del fiume Tevere), nell'antico parco di Villa Corsini, un tempo residenza di Cristina di Svezia.
Pare che questo rigoglioso esemplare di Wollemia nobilis sia stato acquistato nel 2001 in Alto Adige (Merano) e sia costato circa 2 milioni delle vecchie lire. (foto di Marino Sasso).



Araucaria angustifoliaoriginaria del Brasile di Sud-est e nord Argentina. I semi sono commestibili sia per gli uomini che per gli animali considerati ottime foraggere.


Altra immagine dell'Araucaria angustifolia, originaria del Brasile di Sud-est e nord Argentina.


Araucaria Bernieri, originaria della Nuova Caledonia


Araucaria bidwilliioriginaria dell'Australia orientale. Presenta fogliame spinoso e semi commestibili. Il suo portamento è tipicamente piramidale. E' tipica delle zone subtropicali fredde.


Araucaria biramulata, originaria della Nuova Caledonia.



Altra immagine dell'Araucaria biramulata, originaria della Nuova Caledonia.

Araucaria columnaris, originaria della Nuova Caledonia. E' un albero che cresce bene anche nei giardini costieri esposti a forti venti.


Altra immagine dell'Araucaria columnaris, originaria della Nuova Caledonia.



Araucaria cunninghamii, originaria dell’Australia orientale e della Nuova Guinea.



Altra immagine dell'Araucaria cunninghamii, originaria dell’Australia orientale e della Nuova Guinea.


Araucaria heterophylla o excelsa, originaria dell’Isola di Norfolk  (Norfolk Island).


Allo stato spontaneo raggiunge anche i 60 m di altezza, con portamento simmetrico a forma di piramide.
Una volta adulta è molto resistente al gelo, al vento ed alla salinità (essendo originaria dell'Isola di Norfolk dove si sviluppa lungo le scogliere).
E' una pianta  molto diffusa nei climi mediterranei ed è una specie che, da giovane, si presta ad essere anche coltivata in appartamento.

Altra immagine dell'Araucaria heterophylla o excelsaoriginaria dell’Isola di Norfolk  (Norfolk Island).


Altra immagine dell'Araucaria heterophylla o excelsaoriginaria dell’Isola di Norfolk  (Norfolk Island).


Araucaria hunsteinii, originaria della Nuova Guinea. Nelle zone di origine si possono trovare alberi alti anche 90 metri. Si sviluppa tra i 700 ed i 1000 m sul livello del mare.


Araucaria humboldtensisoriginaria della Nuova Caledonia.

Araucaria laubenfelsii, originaria della Nuova Caledonia. E' un albero imponente  che in natura arriva fino a 50 m di altezza. Ha un fogliame molto lussureggiante e di un bel colore verde intenso.


Altra immagine dell'Araucaria laubenfelsii, originaria della Nuova Caledonia. 


Araucaria luxurians originaria della Nuova Caledonia. E' un albero molto apprezzato per il legname pregiato che fornisce e cresce fino a 200 m sul livello del mare.


Araucaria rulei, originaria della Nuova Caledonia.


Altra immagine dell'Araucaria rulei, originaria della Nuova Caledonia


Araucaria subulata, originaria della Nuova Caledonia.


Marzo 2012                       Emidio Civitillo      


                                  E-mail: emidiocivitillo@gmail.com                                         





3 commenti:

  1. dimensioni disponibili della pianta araucaria araucana e rispettivi prezzi

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  2. bell'articolo, complimenti.
    piantumata in un parco poco distate da casa mia si trova un bell'albero che ha le fattezze di un'Araucaria bidwillii ma non ne sono certo, ha la corteccia grigia chiara molto simile a quella del cipresso calvo, che specie pensiate possa essere?

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  3. Ottimo articolo, sarebbe bello sapere i punti vendita in Italia.

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