La “Fontana Vecchia”, la sorgente da cui essa deriva e diverse altre sorgenti di
Cusano Mutri
Si trova a poche
centinaia di metri dal palazzo comunale, in direzione nordovest. - Foto di Marina Sasso
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La "Fontana Vecchia" ha avuto sicuramente grande importanza nella storia passata dell’approvvigionamento idrico per il centro abitato di Cusano Mutri e si trova un po’ più a monte di esso, in direzione nordovest, in contrada Pianello, vicino alla strada comunale.
La sorgente che alimenta la “fontana” si trova a circa 500 metri più su (nei pressi della strada comunale “Valle Silvana”). Vari secoli fa l’acqua venne canalizzata dalla sorgente alla "fontana", con una conduttura rustica che poteva essere accettabile in un passato più o meno remoto, ma oggi sicuramente no, perché non assicura più la potabilità dell'acqua.
Alla “fontana” si recavano tante persone, non solo per attingere l’acqua, ma anche per lavare i panni. Successivamente la tubazione venne allungata, con tubi di terracotta, fino al piccolo sagrato antistante la chiesetta di San Rocco, realizzando sotto il sagrato una struttura quasi identica a quella che circa 150 metri più su ha oggi la “Fontana Vecchia”.
Praticamente, con la “fontana nuova” davanti alla chiesetta di San Rocco, l’acqua della sorgente fu portata fin quasi dentro il centro abitato, allo scopo evidentemente di agevolare gli abitanti che, in tal modo, facevano un percorso molto più breve per attingere l’acqua e per lavare i panni.
Praticamente, con la “fontana nuova” davanti alla chiesetta di San Rocco, l’acqua della sorgente fu portata fin quasi dentro il centro abitato, allo scopo evidentemente di agevolare gli abitanti che, in tal modo, facevano un percorso molto più breve per attingere l’acqua e per lavare i panni.
Su una pietra, posta nel muro da cui fuoriesce l’acqua della “Fontana Vecchia”, si legge l’anno 1718 preceduto dalla scritta RESTAURARUNT, ad indicare l’anno in cui la “fontana” venne restaurata.
La “Fontana Vecchia” con la scritta su pietra lapidea del 1718
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La scritta è
stata da me leggermente evidenziata, per consentire una più facile lettura
durante la visualizzazione.
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Su un’altra pietra, incastonata nella copertura ad arco della “Fontana Vecchia” si legge, scolpito, l’anno 1823. Lo stesso anno risulta scolpito sul lato esterno della vasca in pietra lavorata nella quale scorre l’acqua della “fontana”. Probabilmente si tratta dell’anno di restauro della copertura e della messa in opera della vasca in pietra.
Sono, per l’approvvigionamento idrico dei Cusanesi, date storiche, che consentono di ricordare un’importantissima opera, risalente a diversi secoli fa.
La copertura ad arco, che oggi costituisce un abbellimento quasi esclusivamente dal punto di vista architettonico, in passato, proteggendo dalla pioggia chi si recava alla “fontana”, deve aver costituito un’opera molto utile.
Venendo, infatti, la “fontana” utilizzata anche per lavare i panni, gli abitanti (soprattutto le donne) potevano dedicarsi a questa operazione anche quando pioveva e non era possibile dedicarsi ad altre attività, specialmente a quelle rurali a causa della pioggia o semplicemente del terreno bagnato.
Le persone anziane di Cusano, soprattutto quelle che abitano nella parte alta del centro abitato, ricordano che sotto il sagrato della chiesetta dedicata a San Rocco posta quasi alla periferia di Nordovest del centro storico, non lontano dal palazzo comunale, si trova una struttura quasi identica a quella che ha ancora oggi la “Fontana Vecchia”, che si trova circa 150 metri più su vicino alla strada comunale. Davanti alla chiesa di San Rocco detta struttura non è più visibile, perché circa 60 anni fa venne chiusa con un muro per impedirne l’accesso, non si sa bene per quale motivo.
In tempi recenti, quando ancora non si erano diffusi gli automezzi e si camminava prevalentemente a piedi, molti passanti si sono rifugiati sotto la copertura ad arco della "Fontana Vecchia" per ripararsi dalla pioggia, specialmente da improvvisi acquazzoni.
Realizzata la fontana “nuova” (sotto il sagrato della chiesetta di San Rocco), quella realizzata molto prima in Contrada Pianello venne chiamata fontana “vecchia” e tale nome le è rimasto.
La sistemazione e il
restauro di antiche opere come questa, che hanno caratterizzato la storia e i
sistemi di vita della gente di Cusano di una volta, consentirebbe alle nuove
generazioni di veder ripristinati antichi valori, che possono essere trasmessi (e non è cosa da poco) anche alle generazioni future.
Ovviamente
andrebbe rifatta la conduttura di poche centinaia di metri che separano la
“Fontana Vecchia” dalla sorgente.
La conduttura è
ancora quella che venne realizzata secoli fa a guisa di piccolo e
rudimentale canale di scolo sotterraneo, che peraltro attraversa terreni
coltivati, per cui è molto elevato il rischio di infiltrazioni di sostanze
inquinanti nell'acqua della "fontana".
Ci vorrebbe
veramente poco a sistemare la "Fontana Vecchia" e – cosa molto importante – verrebbe anche assicurata alla "Fontana" l'ottima potabilità dell’acqua della sorgente.
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Approfitto di questa occasione
per aggiungere notizie molto sintetiche relative a diverse altre “sorgenti” di Cusano Mutri.
Notizie che sono utili non
solo a conoscere la quantità e i nomi delle numerose “sorgenti”, ma anche per poter in seguito riprendere dette
notizie per interessanti approfondimenti con numerose immagini a colori.
Diverse “sorgenti”, chiamate anch’esse comunemente “fontane” nel gergo
locale, si trovano alla base della cresta del Monte Mutria (1.823 m s.l.m.).
La fascia pedemontana che si trova
alla base del ripido pendio che caratterizza la cresta del Monte Mutria, da
“Fontana Tasso” a “Bocca della Selva”, è costituita in prevalenza da terreno
molto fertile e permeabile ed è denominato in dialetto locale terreno di “fulétto”.
Detto terreno deriva dall’azione di
dilavamento e di erosione dell’acqua piovana e delle valanghe di neve soprattutto
in tempi remoti, rimanendo accumulato lungo
l’anzidetta fascia pedemontana.
Sotto questo strato di terreno di “fulétto”
si trova uno strato di terreno argilloso che, essendo impermeabile,
determina l’affioramento in superficie delle vene d’acqua, dando luogo a
numerose sorgenti perenni. Vengono qui di seguito riportate le sorgenti più
note.
Al
di sotto della strada panoramica Sud-Matese che sale a Bocca della Selva,
raggiungibile in poco tempo da Cusano Mutri e Pietraroja:
Fontana Sparago, a circa un chilometro da Bocca della Selva, ad una quota di circa
1.250 metri s.l.m., vicino alla strada comunale che scende a Fontana Paola e
prosegue, come strada mulattiera, verso la “Costa del Monaco” e poi giù fino
alle contrade Cerracchito e San Felice.
Fontana Paola, a circa due chilometri da Bocca della Selva, ad una quota di circa
1.200 metri s.l.m..
Fontana Paola, a circa 1.200 m di quota. |
Fontana Vertoli, a quota leggermente inferiore a quella
di Fontana Paola. Questa “Fontana” è una
copiosa sorgente ed è stata captata per alimentare l’acquedotto comunale.
Questa copiosa
sorgente alimenta l'acquedotto comunale per il centro abitato.
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Fontana Sant’Onofrio, a quota superiore a quella di Fontana
Vertoli. Anche Fontana Sant’Onofrio è
stata captata per alimentare l’acquedotto comunale.
Fontana Pozzo Iasasso, a circa 1.185 m s.l.m. e a circa 200 metri dalla strada provinciale panoramica Sud-Matese
che sale a Bocca della Selva, da cui la sorgente dista un paio di chilometri.
Al
di sopra della strada panoramica Sud-Matese:
Fontana Frecchie, che si trova nella parte alta
della località “Sambuco” di Monte Mutria, ad una quota di
circa 1.230 metri s.l.m.. Dalla provinciale Sud-Matese , le due brevi strade di accesso a questa “Fontana” e a quella
precedente (“Pozzo Iasasso”) si dipartono dallo stesso punto, ma in direzione
opposta: la prima a salire dalla provinciale e la seconda a scendere.
Dalla strada provinciale che scende da Bocca della Selva. |
Fontana TASSO , in prossimità (a circa 200 metri) della strada provinciale panoramica
Sud-Matese che sale a Bocca della Selva, ad una quota di circa 1.090 metri
s.l.m..
L’abbondanza di acqua di questa sorgente ne
ha consentito una parziale preziosa captazione per alimentare l’acquedotto
rurale di Cusano Mutri.
Dalla strada
provinciale che scende da Bocca della Selva.
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Fontana SAN PIETRO, in
località “Sambuco” di Monte Mutria, ad una quota di circa 1.150 metri s.l.m.. La vena d’acqua di
questa sorgente affiora sia al di sopra che al di sotto della strada provinciale
panoramica Sud-Matese che sale a Bocca della Selva.
IL MONTE ERBANO, la cui quota massima è di 1.385 m, situato, con notevole
sviluppo in lunghezza da Sudest verso Nordovest, sul lato Ovest della valle di
Cusano Muri, ha vene d’acqua profonde ed è piuttosto povero di sorgenti, per
cui le poche sorgenti che vi si trovano sono oggetto di particolare attenzione,
vista l’importanza che esse hanno specialmente per dissetare gli animali al
pascolo.
Le “fontanelle” di CALVARUSE
A Calvaruse – in località Fontanelle – i
pastori hanno più volte caldeggiato la realizzazione di una cisterna foderata con argilla impermeabilizzante e la captazione della vena d’acqua che affiora vicino al fosso che
scende dalla zona di Monte Erbano detta Sant’Angiolillo (in dialetto cusanese: Sant’Agn’rigl’).
Sull’esempio della cisterna foderata con
argilla impermeabilizzante, realizzata dalla Comunità Montana vicino al “Pozzo
del Prainone”, cisterna che consente la disponibilità di una preziosa
riserva idrica nel periodo dell’anno di massima magra (dalla metà di luglio
alla fine di settembre), quando diventa in molti casi problematico dissetare
gli animali, i pastori hanno auspicato la realizzazione di un’analoga cisterna
in terra battuta, sotto e intorno a tubi di cemento (del diametro di due metri)
posati in verticale, a Calvaruse in località Fontanelle, unitamente alla captazione
della vena d’acqua che lì affiora.
Si tratterebbe di un’opera nel complesso
modesta per costo e tempi di realizzazione, ma di enorme importanza per i
pastori, in una zona in cui la scarsità di acqua rende questo bene ancora più
prezioso che altrove.
L’attuale abbeveratoio, ad estate inoltrata,
quasi ogni anno non viene più alimentato dalla sorgente che va in secca, per
cui la realizzazione dei lavori appena descritti diventerebbe di grande
importanza.
PUNTI D’ACQUA lungo il percorso Civitella Licinio – Chianezza – Piana
Del Campo – Fontana Del Campo.
·
Fontana di località
Fontanelle a Civitella Licinio
·
Fontana di località
Pisciarello
·
Pozzo Capuano
·
Fontana del Campo
·
Pozzo e Laghetto che si
forma nella dolina di Chianezza
·
Laghetto che si forma nella
dolina della Piana del Campo
Fontana
di località FONTANELLE a Civitella Licinio (frazione di Cusano Mutri)
La “Fontana” ricavata dalla sorgente poco a
monte del centro abitato, è realizzata in pietra e cemento con lavatoio per i
panni e con un abbeveratoio in cemento; il muretto che la circonda su tre lati
è rivestito di lastre di pietra di colore bianco e ocra; la sua acqua viene
usata da molti abitanti del centro abitato di Civitella e delle zone limitrofe;
fino a poco tempo fa essi si recavano ad attingerla direttamente sul posto,
mentre ora possono procurarsela più giù in località Canale, dove arriva con
apposita conduttura.
Fontana
di località “PISCIARELLO”
Si trova tra i castagneti ad una quota
superiore a quella del centro abitato di Civitella Licinio.
Il Pozzo Capuano si trova a quota 850 m s.l.m.; è un pozzo rivestito
in pietra, con vicino un abbeveratoio per le mandrie, anch’esso in pietra.
Il “Pozzo Capuano” è così chiamato perché
venne realizzato per iniziativa di una pastore di Capua, intraprendente e
competente, il quale si accorse che in quel punto era possibile realizzare un
pozzo ed avere così l’acqua in una zona dove essa, essendo molto scarsa, era
veramente preziosa, soprattutto per dissetare i suoi animali e quelli degli
altri pastori, con l’aiuto dei quali venne realizzato il “Pozzo”.
Il “Pozzo Capuano” è caratterizzato da un
orlo in pietra monolitica, ossia formato da un solo blocco di pietra modellato
a forma di ciambella.
FONTANA DEL CAMPO
La “Fontana del Campo”, a quota 1.233 m sul Monte Erbano, con l’abbeveratoio utile soprattutto
agli animali allo stato brado.
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Posta a 1.233 m s.l.m., la “Fontana del Campo”, derivante
dall’affioramento di una preziosa vena d’acqua, è costruita in pietra e porta
scolpiti, su una delle sue facce, lo stemma di Cusano Mutri (tre torri) e la
data di costruzione: 1803. Anche questa “fontana” è dotata di un abbeveratoio
per gli animali allevati nella zona allo stato brado.
Pozzo e laghetto che si forma nella dolina di CHIANEZZA
CHIANEZZA è un
vasto pianoro sul Monte Erbano, a 954 m s.l.m.; dista circa 1 km dalla Piana
del Campo, a Sud di questa. Vi si allevano soprattutto bovini ed equini allo
stato brado.
Uno scorcio di Chianezza |
Il posto è dotato di una cisterna rivestita in
pietra, a forma di pozzo ricoperto (“il pozzo di Chianezza”) che permette agli animali di venire dissetati previo attingimento
dell’acqua che viene versata in un abbeveratoio.
Sul vasto pianoro di CHIANEZZA si forma anche
un modesto laghetto (detto sòglio in dialetto locale) derivante dall’acqua piovana.
Il pianoro di CHIANEZZA è stato in passato
intensamente coltivato, quasi esclusivamente dai Civitellesi, che vi
producevano soprattutto grosse quantità di patate.
Laghetto (o sòglio) che si forma all’estremità Ovest della PIANA
DEL CAMPO.
Fuoristrada in escursione, qui ritratti vicino al laghetto (sòglio) della "Piana del Campo", sul Monte Erbano. |
Anche sulla PIANA DEL CAMPO si forma un
modesto laghetto (detto sòglio in dialetto locale) derivante dall’acqua piovana.
La PIANA DEL CAMPO (977 m s.l.m.), posta a
quota leggermente superiore a quella di CHIANEZZA, è un pianoro lungo circa un
km.
A differenza di CHIANEZZA, la PIANA DEL CAMPO
non si è prestata ad essere coltivata, perché interessata da gelate tardive,
che non hanno consentito le coltivazioni.
Sorgente CALVARIO
La sorgente Calvario deriva da vene d’acqua
lungo le pendici di monte Erbano, in località dietro al Calvario, a nordovest
del centro abitato di Cusano Mutri, ad una quota di circa 510 metri s.l.m..
A circa 2 km ad Ovest del centro abitato di
Cusano Mutri, in località Cardacci, ad una quota di circa 680 metri s.l.m.,
lungo il ripido pendio del Monte Erbano, il 4 novembre 1922 si verificò un
imponente smottamento roccioso causato da un notevole flusso d’acqua
fuoriuscito da un foro della montagna a causa delle abbondanti piogge.
Ancora oggi quell’imponente smottamento
roccioso, detto “lo scarrupato di Cardacci”, è ben
visibile anche da lontano.
Dal foro dello “scarrupato di Cardacci”
fuoriesce una sorgente, che è copiosa nei mesi invernali, ma si
riduce sensibilmente nei mesi estivi.
La sorgente Ammiccola (in dialetto locale
“Fontana Lammicco”, ossia piccolo getto d’acqua che caratterizza la fontana) deriva da vene d’acqua lungo le pendici meridionali di Monte
Postonico, in contrada Calvario, ad una quota di circa 700 metri s.l.m..
d
È bene però precisare che a fronte del piccolo getto d’acqua (Lammicco) che caratterizza la fontana, già alla profondità di pochi metri è stata rilevata un’abbondante vena d’acqua.
Fontana IANARA si trova oltre Fontana AMMICCOLA, salendo verso "Calvaruse".
d
È bene però precisare che a fronte del piccolo getto d’acqua (Lammicco) che caratterizza la fontana, già alla profondità di pochi metri è stata rilevata un’abbondante vena d’acqua.
Fontana IANARA si trova oltre Fontana AMMICCOLA, salendo verso "Calvaruse".
Pozzo del Prainone
Il
sottoscritto (Emidio Civitillo) all’imbocco dello stradone, lungo circa 60 metri, di
accesso al “Pozzo del Prainone", dalla strada comunale per Calvaruse.
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Il piccolo pozzo del
Prainone è
profondo un metro e trenta centimetri, con un diametro di circa 55 centimetri
ed è sicuramente molto antico. Si trova alla destra della strada comunale che
sale a Calvaruse.
La vena d’acqua, pur essendo modesta (ma di buona qualità),
consente il riempimento del piccolo pozzo (fino al livello di tenuta stagna),
una volta svuotato, nel giro di una nottata. Infatti i pastori sanno che il
pozzo, svuotato la sera per abbeverare gli animali, viene trovato di nuovo
pieno la mattina successiva (sempre fino al livello di tenuta stagna).
Davanti al piccolo pozzo, ad una distanza di circa 3 metri
verso il basso (in direzione Sud/Ovest), nel 1929, come risulta da tale anno
scolpito lateralmente su una pietra del lato ovest dell’orlo, fu realizzata una
cisterna in terra battuta, profonda più di 4 metri e larga circa 2 metri,
utilizzando l’argilla rossa impermeabile del luogo opportunamente separata da
pietre e breccia, con l’evidente scopo di disporre, per abbeverare gli animali,
di una molto più consistente quantità di acqua rispetto a quella ottenibile dal
piccolo, primitivo e rudimentale pozzo.
Nel 2001 venne realizzata una nuova cisterna in terra
battuta, resa a tenuta stagna con l’argilla rossa del posto.
Una curiosità: ecco che cosa vuol dire la parola
Prainone.
Essa deriva dalla parola pero (l’albero), selvatico
ovviamente, piuttosto frequente nei nostri boschi in associazione con altre
specie, fino ad una quota piuttosto elevata (1.200 metri ed oltre s/l/m).
In dialetto la parola pero si pronuncia pirë(°), e l’albero
selvatico una volta si chiamava piràinë. Quest’ultima parola con il tempo ha
subito l’eliminazione della prima vocale, diventando pràinë (al femminile). Un
albero di pero selvatico eccezionalmente grande e dal tronco massiccio, come
quello che una volta stava nella località dove si trova il nostro piccolo
pozzo, si chiama prainònë (al maschile), che, italianizzato, diventa
“prainòne”. Di qui anche il nome della località in cui si trovava il grosso
pero selvatico.
Fontana PESCHITO
La sorgente Peschito deriva da vene d’acqua
diffuse lungo le pendici sud – orientali di Monte Postonico, in contrada
Cerracchito, ad una quota di circa 540 metri s.l.m., poco a monte del
principale nucleo abitativo di contrada San Felice.
Fontana STRITTO
La famosa “Fontana Stritto” è una
sorgente naturale la cui acqua, molto leggera, fresca e leggermente
alcalina (con pH = 8), ha proprietà terapeutiche.
“Fontana Stritto” si trova nella valle di Cusano Mutri, ad
una quota di circa 500 metri s.l.m., a pochi km dal
centro abitato, in direzione Est.
La “Fontana”, molto nota, è
sull’orlo del profondo canyon di “Caccaviola” in
cui scorre il Titerno, poco più a valle della “Grotta dei
briganti” o “Grotta delle fate”.
La denominazione “Caccaviola”
del canyon deriva da una storpiatura dialettale dell'espressione “acqua viola”, che assume tale
colorazione a causa dei giochi di luce dovuti ai raggi del sole che illuminano
in modo variabile il profondo canyon nell’arco della giornata.
Altra immagine di "Fontana Stritto" |
Fontana CERASA deriva da vene d’acqua lungo le pendici di contrada Cerracchito,
in cui si trovano numerose abitazioni rurali.
Le sorgenti costituiscono un patrimonio di inestimabile
valore e vanno tutelate.
Se a monte delle sorgenti si trovano delle abitazioni, non è
pensabile che si possa continuare a trascurare o a rinviare la realizzazione delle
fognature per tali abitazioni.
E ciò non soltanto per una questione di tutela
dall’inquinamento dell’ambiente in generale, ma anche – anzi soprattutto – per
tutelare la salute di tutti coloro che consumano a scopo alimentare o per uso
domestico l’acqua delle reti idriche alimentate da dette sorgenti.
Dove scaricano i servizi igienici di Bocca della Selva ?
Si parla da tempo di fognature per il noto “centro montano”,
ma esse non sono state ancora realizzate.
Bocca della Selva in estate |
Bocca della Selva è
posta a quota molto elevata (a circa 1.400 metri s/l/m). Al di sotto di questa
quota si trovano, con serio rischio di inquinamento, tutte le sorgenti di acqua
potabile della “Valle del Titerno” e segnatamente quelle dei versanti di Monte
Mutria e Monte Pastonico.
Tutte queste sorgenti di ottima e genuina acqua potabile, se
non ricevono sollecitamente la giusta attenzione e un’efficace protezione, possono
subire danni assai rilevanti, con conseguenze dannose che possono costituire
dei veri e propri disastri, che possono protrarsi molto a lungo nel tempo.
Occorre perciò dedicare un’attenzione particolare a questo
problema, la cui soluzione non è più procrastinabile.
Emidio Civitillo
emidiocivitillo@gmail.com
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