domenica 15 dicembre 2013

Alcune immagini di Bocca della Selva in inverno

“BOCCA DELLA SELVA” (Cusano Mutri - BN) si trova nel Parco Regionale del Matese, sul versante di Nord/Ovest del Monte Mutria, che ha la quota massima di 1.823 metri s.l.m ed è la cima più alta della provincia di Benevento, 3ª cima del Massiccio del Matese, dopo il Monte Miletto (2.050) e il Monte Gallìnola (1.923).

Pista da sci di Bocca della Selva vista dal Monte Mutria (1.823 m s.l.m.).

Impianto di risalita. Foto scattata alla base della pista da sci.

Altra immagine delle piste di Bocca della Selva.

Bocca della Selva,  strada sterrata che sale verso il Monte Mutria.

Vicinanze di Bocca della Selva.

Snowboard a Bocca della Selva.

Snowboard a Bocca della Selva.

Pista da sci


Bocca della Selva in inverno di notte.

Bocca della Selva in inverno di giorno.

mercoledì 4 settembre 2013

Migrandata 2013 a Lago Matese, dal 21 al 31 agosto.

Dal 21 al 31 agosto 2013, presso le sponde del Lago Matese - in località “Scennerato”,  a breve distanza da "Bocca della Selva" (BN), si è svolta la 4ª edizione del “campo naturalistico d’inanellamento dell’avifauna a scopo scientifico: “MIGRANDATA 2013”.



Il responsabile scientifico del "campo", Rosario Balestrieri (a sinistra), a colloquio con il sottoscritto (Emidio Civitillo). 









Si è trattato di un progetto finalizzato alla valorizzazione della biodiversità nel Parco Regionale del Matese, mediante il monitoraggio e l’inanellamento dell’avifauna sedentaria del “Parco”, con particolare riferimento ai passeriformi transahariani ed al “roost” (dormitorio) di rondini (hirundo rustica) presente nel canneto del Lago Matese, che, trovandosi a 1.014 metri slm, è il lago di natura carsica più alto d'Italia, situato ai piedi del Monte Miletto (2050 m slm) e del Monte Gallinola (1923 m slm) nel gruppo montuoso del Matese, nel comune di San Gregorio Matese e Castello del Matese in provincia di Caserta.

Dieci giorni di “campo” coordinato dal naturalista matesino Giovanni Capobianco, durante i quali c’è stato un susseguirsi di volontari, ornitologi, tirocinanti del corso di Scienze Naturali dell’Università Federico II di Napoli e naturalisti provenienti da tutta la Campania; e non solo.

Le attività scientifiche sono state condotte sotto la supervisione del responsabile scientifico Rosario Balestrieri, ornitologo ed inanellatore riconosciuto dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che opera sotto la vigilanza del Ministero dell’Ambiente).

Sono stati inanellati oltre 2.600 uccelli, appartenenti a 36 specie diverse. Tra queste, due specie degne di nota sono il Picchio verde, che riesce a nutrirsi anche di insetti nascosti sotto la corteccia grazie alla lunga lingua che arriva ad estroflettersi fino a 10 cm dalla punta del becco e il Falco Lodolaio, che durante una delle tante “rondinate”, nelle quali veniva a far visita al campo per predare le rondini, è entrato in rete sotto gli occhi stupiti dei responsabili e dei numerosi visitatori. La sua cattura rappresenta un dato importante poiché in Italia ne vengono inanellati mediamente solo 6 individui all’anno.

Quest’anno il campo di ricerca scientifica Migrandata Matese è stato arricchito dall’attività di monitoraggio del flusso migratorio di rapaci sul Matese. L’attività, coordinata da Marco Basile, è stata portata avanti da 10 volontari, comprendenti soci ARDEA ed appassionati.

Nonostante le avversità meteorologiche, che hanno influito negativamente sulla migrazione e non hanno certo favorito gli avvistamenti, sono state avvistate ben 11 specie di rapaci, tra migratori e non. Tra i primi vengono annoverati i falchi di palude, i falchi pecchiaioli, il biancone, l’albanella minore; tra i secondi le poiane, i gheppi, i lodolai, gli sparvieri, un astore, i magnifici grifoni e la maestosa aquila reale.

Queste ultime due osservazioni sono degne di nota. Infatti, i grifoni sono probabilmente individui abruzzesi che, come segnalato già in passato tramite le radiotrasmittenti apposte sul loro dorso dai ricercatori abruzzesi, frequentano anche la zona del Matese.

L’aquila reale avvistata, invece, era un individuo di due anni, quindi non necessariamente nato sul Matese e colto durante i tipici spostamenti erratici giovanili. Inoltre, anche se non rapaci, sono stati avvistati frequentemente i corvi imperiali e i gracchi corallini.

I dati ottenuti sulle rondini hanno evidenziato un progressivo aumento degli individui marcati giornalmente, passando da 30 a 600 individui al giorno. Forse ciò è dovuto allo slittamento della tempistica della migrazione.

Nelle attività svolte durante il campo, si segnala anche il rilevamento del Piviere tortolino, limicolo molto particolare che preferisce, come rotta migratoria, le cime più alte degli Appennini, per giungere dalla Siberia in Africa e in Medio Oriente.

Data l’importanza dell’attività di monitoraggio e di inanellamento durante la “Migrandata” matesina, e vista l’importanza della ricerca scientifica connessa a tale attività, l’auspicio di tanti è che detta “Migrandata” cresca sempre più nel tempo e contribuisca in maniera sempre più efficace allo studio e alla tutela dell’avifauna, nel quadro più vasto della difesa e della valorizzazione dell’ambiente naturale, che, lo ribadiamo ancora una volta, è anche una preziosa risorsa economica perché, tra l’altro, favorisce il turismo.


Emidio Civitillo

sabato 20 luglio 2013

CIVITELLA LICINIO con immagine ruotata di 45 gradi del Monte Cigno







UNA STRANA IMMAGINE CON SEMBIANZE UMANE









Avevo già usato questa foto, da me messa a punto ruotandola e inserendo la didascalia.

L’avevo inviata a non molti destinatari, ma essendomi stata richiesta da diverse persone, questa volta la invio ad un gran numero di destinatari.

 Cliccando sul link di colore rosso riportato qui di seguito, è possibile vedere numerose foto e informazioni varie relative a  Civitella Licinio (in provincia di Benevento), di antichissima origine:


Foto e descrizione di Civitella Licinio, in provincia di Benevento



   Emidio Civitillo


giovedì 13 giugno 2013

Kermesse a Casali

Festa del grano 2013 a Casali di Faicchio (BN)


Dimostrazione pratica di come si mieteva una volta con la falce.

Musica e canti popolari durante la manifestazione

Cartina stradale che aiuta a raggiungere più facilmente Faicchio in provincia di Benevento

Immagine in linea 1
Stand durante la manifestazione 
La Festa è volta a ricreare il valore della cultura contadina tipica dell’entroterra sannita degli anni ‘50 e dei decenni successivi. In particolare a far vivere il ciclo del grano:

- dall’aratura alla semina, 

- dalla mietitura alla trebbiatura, 

- dalla trasformazione del seme in farina a prodotti come pane e pasta, che sono alla base della salutare dieta mediterranea, famosa in tutto il mondo, e ai tanti altri prodotti derivanti da tale trasformazione, che deliziano il palato e allietano le nostre tavole.

Tutto il ciclo viene rappresentato da scene tipiche della vita agreste di un tempo, che creeranno un’atmosfera particolare e coinvolgente. 


Aratura con bovini prima della semina del grano.
Mietitura del grano a mano con la falce. Così si è sempre fatto  fino a pochi decenni fa.

Durante la mietitura si faceva colazione nel campo.


Mietitrice meccanica, di epoca piuttosto recente.


Semina del grano con mezzi meccanici.

Panorama da Ovest di Faicchio (3.700 abitanti, in provincia di Benevento).

Anche la frazione “Casali” si trova ad Ovest del centro abitato, alle falde del Monte Monaco di Gioia.


Il territorio  di Faicchio è stato abitato sin dalla preistoria come testimoniano alcuni reperti rinvenuti in zona e che sono attualmente conservati nel museo del Sannio a Benevento.

Probabilmente fu sede di un insediamento romano, come testimoniano i resti di un acquedotto romano, di un criptoportico e di un ponte di tale epoca.


I muli, muniti di bardatura, sono stati molto utilizzati anche per il trasporto dei covoni di grano.






Il mulo, incrocio tra l’asino e la cavalla, è stato per millenni un preziosissimo e spesso insostituibile mezzo di trasporto.

È stato un animale diffuso fino a pochi decenni fa. Ancora oggi lo si vede talvolta utilizzato 
specialmente dove non esistono strade rotabili. 

Robusto, ha passo lento e sicuro ed è capace di trasportare pesi rilevanti anche per luoghi impervi, come lungo i pendii montagnosi.







Le persone anziane faranno un passo indietro nel tempo, ricorderanno momenti della loro giovinezza, mentre per i bambini e i giovani sarà un vero e proprio percorso didattico e la possibilità di vivere esperienze uniche consolidando il legame generazionale.
I quattro giorni della Festa del Grano 2013 saranno storia, cultura, folklore, alla riscoperta e alla difesa del valore della terra e dei suoi prodotti.

Primordiale trebbiatura del grano, che veniva battuto con la mazza per separare i chicchi dalla paglia.






Fino alla prima metà del secolo scorso, non è stata infrequente la trebbiatura del grano con il calpestio dei cavali, come in questa foto del 1935.  







Ecco una delle prime trebbie a venir azionata da un motore a scoppio. Aveva dimensioni molto ridotte rispetto a quelle che furono realizzate successivamente. Veniva trasportata a spalla da 4 persone.

Quando venivano utilizzate le prime trebbie a motore, era poi utilizzato anche il ventilatore a mano (qui nella foto) che serviva a separare i chicchi di grano dalla pula.

Trebbiatura con una macchina più grande, trainata su ruote. Questa macchina separava anche i chicchi di grano dalla pula e veniva affiancata da una imballatrice quando si voleva sistemare la paglia in balle.

Trebbia azionata da un motore a vapore, che funzionava a carbone fossile.


Mietitrebbia, macchina più recente di quelle viste innanzi.


Essendo una “festa”, durante la manifestazione, la cui organizzazione viene curata dalla Pro Loco Casali di Faicchio, non mancheranno intrattenimenti musicali per rendere ancora più festosa l’atmosfera.
Saranno anche allestiti stand gastronomici, che consentiranno di gustare gli antichi sapori di una volta grazie ai piatti tipici tramandati di generazione in generazione.

Inoltre sono previsti:
     Una fiera espositiva di attrezzature agricole e prodotti tipici.
     Un convegno su “Agricoltura e Ambiente, risorse per lo sviluppo del nostro territorio”.
     La rappresentazione del processo dell’aratura e della semina del grano dagli anni 50 ad oggi.
   La rievocazione della mietitura e della trebbiatura del grano dagli anni 50 ai giorni nostri.
     Il raduno di auto e moto d’epoca al campo sportivo con tour nella Valle Telesina e ritorno in Piazza Annunziata per Benedizione Mezzi; infine ritorno al campo sportivo.
     Il raduno di trattori d’epoca.
     I giochi della tradizione nella “cultura contadina”.



Raduno di moto d'epoca durante la manifestazione.


Auto d'epoca


Trattori d'epoca

Dell'elemento base nell'alimentazione, il grano, di cui oggi si discute tanto, e non solo per le necessità del Terzo Mondo, esiste una recente trattazione: un ottimo libro di Nicolino Lombardi, preside dell’l’ISISS di Piedimonte Matese (CE), che comprende l’Istituto Tecnico Agrario e l’Istituto Tecnico Industriale.



Nicolino Lombardi, che si è sempre fatto apprezzare oltre che per impegno e competenza, anche per la sua vicinanza e la sua attenzione al mondo rurale, con il suo libro “La Battaglia del Grano, gli uomini e le macchine del Sannio”, ha voluto (e saputo) suscitare grande attenzione per l'argomento affrontato, con una trattazione avvincente corredata da numerose immagini.

La coltivazione del frumento risale ad un'età molto remota: 10.000 – 15.000 anni fa, ed anche prima.

Quella del grano (o meglio del pane) è una battaglia antica, legata alla stessa sopravvivenza della specie umana, una battaglia che continua tutt'oggi con una crisi economica che ha investito il mondo e che costringe i popoli più ricchi a tagliare il superfluo e riduce alla fame le popolazioni più povere. 

È sostanzialmente imputabile alla fame la migrazione delle genti.

La storia, oltre a momenti di prosperità e di floridezza, racconta di carestie e di fame, ed oggi, alla luce di quanto sta succedendo in Italia e nel mondo, si torna a parlare di pane, ossia di quel prodotto che da millenni rappresenta l'alimento principale delle masse popolari, del pane che viene dal grano e del grano che spesso è mancato.


                                                       emidiocivitillo@gmail.com



mercoledì 12 giugno 2013

Post



UN ELENCO DI "POST" PUBBLICATI FINORA

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39 -  Secondo gruppo di foto dell'infiorata 2011 a Cusano Mutri (BN).